Questo sentiero è uno dei più importanti tra quelli presenti nel territorio di Terracina, alla valenza naturalistica, si affianca quella storica: il CAMMINO DEI CIPPI, che partendo dal Tirreno si snoda lungo un tracciato che attraversa TRE Regioni (Lazio, Abruzzo e Marche) giungendo sull’Adriatico alla foce del fiume Tronto, segnando la linea di Confine che, fino all’unità d’Italia (1861), divise i territori dello Stato Pontificio da quelli del Regno Borbonico.
Un pò di Storia: Con il termine CIPPO DI CONFINE si intende un segnale, inamovibile, posto in un determinato punto del territorio, atto a rimarcare insieme ad altri simili, una linea immaginaria da non oltrepassare, se non in possesso di specifici permessi. La distanza tra un Cippo e l’altro non è regolare, in quanto segue una logica legata alla conformazione del terreno, quindi nei luoghi dove il confine seguiva l’argine di un fiume, una linea di fondovalle, o crinale montano dall’ampia visuale, ne bastavano pochi; al contrario se la linea da seguire era irregolare ne venivano posizionati in numero maggiore secondo i calcoli del cartografo. Venivano scalpellati sul posto scegliendo una pietra adatta allo scopo, portano in bella vista su un lato la data di posa (1846) e lo stemma Pontificio (le chiavi incrociate), e sull’altro il numero sequenziale sormontato dal Giglio Borbonico, simbolo del Regno delle due Sicilie. Al di sopra di ogni cippo vi è un solco di riferimento, che traguardandolo indica la direzione del precedente quanto del successivo. Al di sotto di ogni Cippo, vennero interrati dei testimoni di confine, in questo caso costituiti da una cassetta in legno con all’interno un medaglione di ghisa, coniato appositamente, riportante entrambi gli stemmi ed alcuni riferimenti riguardanti l’accordo tra i due Regni. Di questi oggetti ne rimangono solo alcuni presso musei o qualche collezionista, ormai sotto questi antichi testimoni di pietra c’è… solo la nuda terra. La spinosa questione dei Confini Meridionali arrivò a soluzione, il 26 Settembre 1840, l’incontro si tenne a Roma e fu presieduto da Monsignor Pier Filippo Boatti rappresentate della Pontificia Congregazione dei Confini. Firmarono il Trattato, per conto della Santa Sede il Cardinale Tommaso Bernetti, ed il Conte Giuseppe Costantino Ludolf insieme al Marchese Francesco Saverio del Carretto in rappresentanza del Re Ferdinando II di Borbone. Lo scopo dell’accordo era tutelare l’integrità dello Stato Ecclesiastico, definendone chiaramente i confini onde evitare cessioni illegali, contrabbando, risolvendo controversie interne e con stati esteri limitrofi, cercando nel contempo di recuperare parte di territori precedentemente perduti in modo irregolare. In tutto vennero realizzati 649 Cippi e posizionati in circa due anni. Nel comprensorio di Terracina, città di confine dello stato pontificio fino all’Unità d’Italia (1861), sono posizionati i primi Venti, originali e ben conservati. Il “numero 1” si trova alla foce del canale Canneto, sul confine che ancora oggi separa Terracina (pontificia) dal comune di Fondi (borbonico). Attraversando tre regioni: il Lazio, l’Abruzzo e le Marche, la linea di confine arriva alla foce del fiume Tronto, dove troviamo il Cippo n.649.
NON è un percorso ad Anello: bisogna organizzare la spola con le Auto o con il Trasporto Pubblico
Il cippo 4 davanti alla Torre Epitaffio in salita verso M.te Pilucco
Il Tracciato: rappresenta il primo tratto del CAMMINO DEI CIPPI, la partenza è dalla Torre dell’Epitaffio con all’interno il Cippo 5, raggiungibile sulla Via ss.7 Appia direzione Monte San Biagio/Fondi, alle spalle della Torre, lungo la sterrata, troviamo le indicazioni della Via Francigena che incrocia parte del tracciato CAI 531, le seguiamo iniziando a salire il fianco Est di monte Pilucco. Il primo tratto è agevole, su terrazzamenti alternati, superati i quali dopo l’incontro con il Cippo 6 ci aspetta la salita vera, che seguendo la traccia del Gasdotto, ci porta in cima a monte Pilucco regalandoci un affaccio superlativo sulla Piana di Fondi e l’omonimo Lago. Il Cippo 7 ci dà il benvenuto su un balcone dall’affaccio fantastico, il percorso si fa nuovamente agevole verso monte Pagliarello dove sul lato del Ripetitore RadioTV, troviamo il Cippo 8 che ci riporta nel bosco, tra lecci e macchia mediterranea. Dopo un quarto d’ora arriviamo alle pendici di Monte Cervaro. Da qui con una piccola deviazione su una sterrata, possiamo arrivare in cinque minuti alla Fonte di Santo Stefano per una pausa/spuntino e ricarica acqua delle borracce.
Verso Monte Cervaro la Fonte di Santo Stefano
Proseguiamo aggirando Monte Cervaro sul versante Nord Est, seguendo la marcatura CAI 531, immersi nella rigogliosa Lecceta, il tracciato è intuitivo e con poco dislivello, ci porta ad una vecchia posta di caccia, uno spiazzo che affaccia su Valle Marina e i monti dell’entroterra. Da qui il sentiero piega decisamente ad Ovest rientrando nel bosco, e in venti minuti circa si raggiunge la Sella dell’Acquara con il Cippo 12 in bella vista!
Cippo 12 a Sella dell’Acquara verso Sella dell’Acquasanta
Siamo quasi a metà del tracciato, proseguiamo costeggiando il Monte Acquasanta sul fianco NordOvest, fino a raggiungere in meno di mezz’ora l’omonima Sella dove ci aspetta il Cippo 16. Siamo ormai fuori dalla Lecceta, lo sguardo spazia fino al mare, e davanti a noi si erge imponente Monte Romano con il suo “morrone” sul quale spicca solitario il Cippo 17.
Cippo 17 sul “morrone” di M.te Romano verso la “Spregatora”…
Avanziamo tra le roccete e cespugli di mirto e corbezzolo, ci aspetta l’ultimo tratto di salita, nuovamente all’ombra del bosco, che ci porterà fin su alla “spregatora” (750m slm la quota più alta del tracciato) un piccolo pianoro sorvegliato dal Cippo 19. E’ questa l’ultima fatica che verrà ripagata da un panorama maestoso: dal Mare fino all’entroterra, passando per il Circeo, con i Monti Ausoni e Aurunci a far da sfondo di copertina. Territori incontaminati, ricchi di biodiversità e scorci unici, fanno di questo tracciato uno dei più belli del Parco Regionale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi.
Cippo 19 alla “Spregatora” di M.te Romano scorcio sul Circeo
A questo punto, secondo come ci si è organizzati in partenza, possiamo decidere se ritornare a ritroso sul sentiero verso la Torre dell’Epitaffio, seguendo però la traccia CAI 531a “Variante Santo Stefano” che dalla Sella dell’Acquasanta ci condurrà all’omonima Fonte, oppure proseguire e scendere a Campo Soriano, seguendo il sentiero CAI 532, fino all’imponente “Cattedrale” carsica.
la Cattedrale Carsica di Campo Soriano
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