Questo tracciato ad Anello è di fatto il capostipite dei TRE ideati dal Prof. Selvaggi tanti anni fa, un mix perfetto di storia, natura, scorci strepitosi tra mare e montagna, capace di stregare qualsiasi camminatore anche se lo ha percorso più volte.
Dal centro città, in auto, si sale direzione Tempio di Giove, aggirando il Centro Storico. Superato il bivio per il Tempio si prosegue verso il Cimitero ed in prossimità delle sua mura perimetrali svoltiamo a DESTRA. Si segue la strada della Ciana che sale alternando stretti tornanti a picco sul mare per circa un chilometro e mezzo, poi dolcemente si insinua in mezzo alla macchia, ancora per un chilometro fino ad un tornante stretto a sinistra. Prima di questo [A] vanno parcheggiate le auto negli slarghi laterali.
Sulla destra del tornante parte una sterrata che sale per circa trecento metri fino ad un cancello, alla destra del quale la marcatura bianco/rossa ci indica l’inizio del Sentiero CAI 541. Ci troviamo a poco più di 300 m. s.l.m. , di fronte a noi c’è il versante meridionale di Monte Giusto (667 m. s.l.m.), il sentiero procede a mezza costa, su roccette, man mano che si sale comincia ad aprirsi il panorama alle nostre spalle: prima il verde delle colline intorno, poi pian piano l’azzurro del cielo si lega a quello del mare. Dopo una ventina di minuti il sentiero curva leggermente a sinistra, si avvicina al canalone che scende sul lato Est di Monte Giusto, lo attraversa e prosegue salendo dolcemente fino ad un balcone naturale [B] posto a strapiombo sulla Pianura. Qui ci riempiamo gli occhi di bellezza, partendo da Est verso Sud: la Piana di Fondi , poi l’omonimo Lago contornato dai monti Aurunci, poi il mare con le Isole Pontine, la citta di Terracina, a seguire verso Ovest il promontorio del Circeo e l’Agro Pontino!!!
da Est… …a Ovest
Ci troviamo a 414 m. s.l.m., il sentiero piega decisamente a SINISTRA , diventa più agevole e proseguendo in direzione Nord entra nel bosco, Il lato a valle è spesso terrazzato da muri a secco, con l’affaccio sul lago. Le ripidi pendici a destra sono verdi e rigogliose, ombreggiate da corbezzoli, mirto, lentisco. Proseguendo ci si sente “avvolti” dal bosco, il Leccio ormai non piu ceduato filtra poca luce sul tracciato, che però non impedisce al ciclamino di fiorire in primavera ed autunno! A circa un’ora dall’inizio del percorso, su lato monte, una serie di piazzole rivelano la presenza di antiche carbonaie. D’altra parte la ceduazione della lecceta era destinata proprio alla produzione del carbone, la mulattiera che stiamo percorrendo fungeva da collegamento proprio con Terracina.
nella Lecceta verso Pilucco
Dopo un’ora ed un quarto di cammino si raggiunge la recinzione di una “cesa” ora coltivata a frutteto, costeggiandone la recinzione si arriva alla strada [C] che dalla Fonte conduce al traliccio RadioTv di Monte Pilucco. Girando a SINISTRA in dieci minuti e si raggiunge la fonte. In alternativa al tratto asfaltato, pochi metri prima sulla sinistra, si può seguire il “Sentiero dei Giganti”, che si mantiene sul versante Nord di Monte Giusto, attraversando un bosco con la presenza di Formazioni Carsiche degne di nota: un Inghiottitoio e vari Hum di notevole grandezza (Giganti appunto) che aggira la vallata di Santo Stefano dal lato Est, fino a raggiungere il pianoro davanti la sorgente.
al bivio Giganti gli HUM
Siamo giunti alla Fonte di Santo Stefano [D] che sorge a Nord di un piccolo pianoro carsico ed è situata a Nord-Est della città di Terracina, a quota 526m sul livello del mare. L’acqua che sgorga da cunicoli scavati nella roccia è ricca di calcio ed è freschissima in ogni stagione, quindi approfittiamo per riempire le nostre borracce e dissetarci. Nel corso dei secoli questa sorgente è stata crocevia e punto d’incontro per raccoglitori, pastori, cacciatori, carbonai e boscaioli che frequentarono i monti circostanti.
La Fonte di Santo Stefano
Il vasto pianoro che si stende un po’ più in basso della fonte è stato generato da due grandi doline che si sono congiunte a formare un otto irregolare. Questi terreni e quelli dei dintorni furono occupati, già nel secolo scorso da famiglie di Vallecorsani che vi edificarono le prime semplici case in pietra e rustiche capanne. Di quest’ultime esistono ancora tracce limitate ai soli muri a secco perimetrali, sopravvissuti ad un incendio sistematico appiccato dalle truppe tedesche durante un rastrellamento all’inizio del Gennaio 1944. Utilizzato come pascolo per le mandrie, è adagiato su due livelli, quello più alto è delimitato dai profili discendenti di Monte Giusto e di Monte Concutella: proprio nel punto in cui formano una sella e chiudono il pianoro [E] , qui inizia il sentiero che porta a Mammolini.
il Pianoro Verso Mammolini…
Seguendo il sentiero ombreggiato, comodo e ben segnato, in leggera discesa, attraversiamo il bosco sul lato Ovest di Monte Giusto. Anche qui si notano, lungo il percorso, gli slarghi delle antiche carbonaie. Giunti alla “cesa” [F] di Mammolini bisognerà fare molta attenzione ai segnali: Il passaggio del Gasdotto e l’invasione di vegetazione pioniera (rovi e calicotome) hanno mutato la morfologia di questa zona. Ci terremo a SINISTRA, la traccia passa a fianco del palo Enel, poi salendo sui terrazzamenti che una volta erano coltivati a grano. Si scorgono ancora resti di muri a secco, un rudere di capanna, una cisterna ancora in uso e un’aia su cui veniva battuto e ventilato il grano, ora utilizzata come posta di caccia.
Mammolini posta di caccia
Abbandonata l’aia, seguiamo il sentiero al di là del muro a secco in direzione Sud, piegando a DESTRA dopo qualche metro. Attraverseremo fitti boschetti di Leccio, accompagnati da cespugli di Erica e Corbezzolo, seguiamo sempre la marcatura bianco/rossa. Nei tratti scoperti fanno capolino le cime dei monti che contornano Terracina: Monte Leano ad Ovest, Monte Sant’Angelo a Sud, al di là di Monte Croce, mentre l’azzurro del mare si riprende il suo spazio.
il boschetto verso la Ciana…
Dopo circa tre quarti d’ora di cammino da Mammolini si giunge alla strada sterrata [G], prosecuzione della strada de La Ciana. Ci teniamo a SINISTRA, proseguendo ancora per mezz’ora di agile cammino. La sterrata tra poco diverrà asfaltata, passando vicino ad alcune case, ci riporterà alle auto parcheggiate [A] in partenza.
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